D'inverno,
fili d'erba e latrati.
D'inverno appena accennato,
la prima passata di brio grigio
misto a sole incerto,
la prima mano di tinta incolore
su tela disabitata.
E così, tonto,
mi dò al vento in tecnica mista.
Cenere.
Polvere.
Nuvola d'ossa.
Colpevole di dubitare il reale
divampo in polemica sterile,
come vuoto a perdere
mi sbronzo coi profeti
che stuzzicano i grugni divini.
Mastico il freddo
sperando nell'innocenza dei tempi,
ma, come serpe,
quest'innocenza imposta
striscia in bocca ai neonati
e come rabbia
scaturisce in conati.
D'inverno, appena accennato,
ma il sangue gela al sol pensiero
di render mite il mio letargo.
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Sa tutto di campagna sonnolenta.
RispondiEliminaE poi: risvegli.
Come vedi gli stacchi rendono.
g
coma, non-coma, coma, non-coma..
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