mercoledì 7 luglio 2010

Racconto in forma di biografia non autorizzata del racconto medesimo

Questo Racconto (d’ora in avanti: QR) è stato scritto su un notebook Acer Travelmate 2700, Intel Pentium 4 CPU 3.00 GHz, 448 MB di RAM, sistema Windows XP Home Edition versione 2002 Service Pack 3, registrato a nome di Giampiero, acquistato nell’aprile 2005 presso un negozio della catena Euronics a Termoli (CB). Il computer si avvale di una unità VGA esterna a marca Sony (monitor da 19 pollici), acquistata di seconda mano in seguito al danno occorso alla retroilluminazione dello schermo originale, il quale schermo originale funge attualmente da bacheca fisica tant’è che ospita una cartolina dall’Olanda del capodanno 2007/2008 (sfondo rosso e scritte bianche e nere in Helvetica Bold), il secondo numero di “Finzioni – progetto di lettura creativa”, e un post-it su cui è scritto, con grafia incerta, “racconto in forma di biografia non autorizzata del racconto medesimo”. Altre componenti esterne sono un controller MIDI/scheda audio Behringer modello BCD2000 e un hard disk backup Maxtor da 1000 GB. Queste periferiche sono comunque irrilevanti ai fini di QR e della sua stesura pratica.

Tutto l’hardware poggia su due scrivanie disposte a L. La scrivania orientata a ovest ospita il cosiddetto corpo centrale, oltre a: due pile di libri, un’agenda del 2007, un tappo in sughero, un accendino Bic bianco, una scatola di filtri Rizla (slim) di cotone, un barattolo contenente una matita e qualche moneta, un sacchetto in plastica di medie dimensioni con chiusura ermetica pieno di gadget (fra cui una cartina stradale della Transilvania, una fotografia che risale al settembre 2006, dei portachiavi, biglietti di concerti, cassette audio), alcuni fogli sciolti A4 disposti in risma, su cui è stampato un racconto che inizia con “La madre di Lucia ci guardava torva dal balcone spoglio, l’abete e le luci natalizie spente la incorniciavano come una gioconda di periferia”, una tazza da caffelatte sporca, una lampada da tavolo Ikea.

La scrivania che dà a sud, oltre al monitor Sony da 19 pollici e al controller Behringer summenzionati, ospita il tappetino azzurro e liso per il mouse ottico, una candela consumata, un CDR dei Twoprong, una ciabatta elettrica con tasto switch on/off.

La parte posteriore del corpo centrale del notebook Acer Travelmate 2700 con cui QR è stato scritto è posta sul libro “La Fortezza” di Róbert Hász (edizioni nottetempo), questo per creare un’intercapedine che possa agevolare il lavoro di raffreddamento operato dalle ventole, che per tutto lo sviluppo esecutivo di QR non hanno mai smesso di brusire (va da sé che quest’ultimo enunciato descrittivo si fonda su una sicurezza empirica aprioristica).

Per le condizioni su elencate, non esuli da un rapporto di pauperismo creativo che l’autore ha instaurato nel tempo con l’utilizzo massiccio dei dispositivi tecnologici, nonché per l’oggettiva bruttezza del cosiddetto corpo centrale (estetica obsoleta, cromatura dello chassis consuntasi in corrispondenza delle parti su cui poggiano i polsi con conseguente doppio colore argento/nero di dubbio gusto, costante ronzare delle ventole di raffreddamento del disco rigido), tutto questo sistema-computer viene amichevolmente e ironicamente chiamato Frankenstein.

L’idea di una resa metatestuale di QR, e di un incipit di tipo descrittivo-bellettristico o virtuosista-massimalista dello stesso, è nata in maniera approssimativa dalla lettura di un risvolto di copertina di un volume della casa editrice Nutrimenti (potrebbe trattarsi, con buona approssimazione, di un romanzo di Perceval Everett [“La cura dell’acqua”?]) presso una libreria remainders di nuova apertura nel quartiere di San Lorenzo, Roma. Come dovrebbe risultare ovvio – nihil sub sole novi – le righe iniziali di QR avrebbero l’intento non dichiarato di spingere la tecnica della “biografia del testo” oltre un certo limite intuitivo, che dovrebbe essere il punto di rottura fra scrittura tecnica e scrittura narrativa. Per il fatto palese che in questo preciso istante (nel “preciso istante” in cui si è scritta la parola “istante” in corsivo prima di questa parentesi) si è in una fase di raccolta ed elaborazione sommaria e aperta del materiale per QR – le idee iniziali, i primi barlumi circa le tecniche di approfondimento narrativo, le ipotesi stilistiche eccetera – e che in quest’altro preciso istante (parentesi come sopra), a seguito di una rilettura ahimé scettica delle righe iniziali fino al primo “preciso istante” in corsivo, QR appare in una forma atomizzata, inservibile, spuria e probabilmente irrealizzabile, oltre che di discutibile riuscita estetica, la fase immaginativa che ne prepara la scrittura estemporanea rischia di essere alimentata con del nuovo materiale mentale frattanto sopraggiunto a eliminare artatamente l’approccio parossistico e tecnico-metatestuale finora portato avanti. Ecco perché si è deciso di negare la libertà autoriale e il libero arbitrio metastorico-narratologico, invalidando qualsiasi intervento successivo di correzione e revisione del materiale finora scritto (è chiaro che si sta parlando di una forma di autocastrazione da parte dell’autore) (“finora”: cioè fino a queste parentesi, comprese).

QR, oltre a ripiegarsi metatestualmente su se stesso nei paragrafi dedicati, narrerà la storia, al momento del tutto sconosciuta, del Personaggio in Questione.

Ma non è vero niente: QR finisce, per debolezza e improduttività compulsiva di chi scrive ovvero dell’Autore, esattamente qui.
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