Al sorger del sole
il blu delle vene riemerge,
le linee ambrate dei seni
ridisegnano il giorno.
Il piegarsi degli arti
lieve e onirico adombra
dove il piacere in rivoli
si sdraia contratto.
La sua gelosa incarnazione
mi fa piangere e ridere.
Cattivo d'abito mi sveglio,
chiamo a me cento cani,
cento gatti, cento topi
e, divertito,
guardo combattere
la santa trinità dei bambini:
rischiando di capirci poco,
perchè gli opposti pare possano amarsi,
nonostante l'abbraccio ch'essi cercano
sia lo stesso che saprebbero darsi da sè.
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Molto bella, sentita, contenuta.
RispondiEliminaDà l'idea dei pensieri amorfi e nitidissimi con cui ci si sveglia. Un lirismo in cerca di caffè.
Leggendo le altre tue cose ho avuto certezza del fatto non scontato che tu _hai una voce_. L'altra certezza: che questa voce va tirata fuori, e che se le cose possono essere perfette non ci sono motivi per cui non debbano esserle.
g.